Lo scenario 2023 per le obbligazioni

I possibili rischi delle obbligazioni

I rischi che si corrono nell’investire in obbligazioni non sono tutti uguali. Il rischio di default, vale a dire di bancarotta, è molto più alto per chi investe in obbligazioni societarie rispetto a che acquista buoni del tesoro. Infatti, il pericolo che uno stato fallisca è molto più basso rispetto al pericolo che un’impresa fallisca. Basti pensare che di 100 imprese create oggi, soltanto il 10% di queste risulterà ancora attivo tra 5 anni, e soltanto il 5% risulterà ancora attivo tra 10 anni, per arrivare a 4 imprese attive su 100, una volta superati i 10 anni. Poi, bisogna aggiungere nel quadro il pericolo di recessione. I dati economici mostrano che il periodo attuale potrebbe portare ad un periodo di recessione, ed una recessione comporta anche il fallimento delle imprese più fragili. Da molto tempo, oramai, non assistiamo a grossi fallimenti di imprese i cui titoli sono frequentemente scambiati nel mercato Italiano. Per questo motivo gli operatori del mercato non si aspettano eventuali fallimenti su larga scala , né sanno bene come quantificarli o tantomeno come abbassare il valore di un titolo obbligazionario tanto da portarlo ad un prezzo che includa già il rischio di fallimento dell’impresa emittente (tecnicamente, si dice che il mercato “sconta” il rischio default dal prezzo del titolo).

Gli aspetti positivi nella situazione attuale

I dati attualmente disponibili sul quarto trimestre 2022 mostrano che le aziende sembrano, fondamentalmente, piuttosto sane, quindi in grado di navigare nel movimentato ambiente economico-finanziario che si profila per il 2023. In aggiunta, la maggior parte delle aziende ha esteso le scadenze del proprio debito nell’ultimo anno. Per questo motivo, rifinanziarsi non sarà complicato. In aggiunta se, come al momento sembra, la recessione sarà breve, la maggior parte delle imprese avrà abbastanza liquidità disponibile per superarla. Gli obbligazionisti potranno quindi continuare a prestare il loro denaro all’ente o impresa emittente, in cambio di una cedola, pagata a cadenza regolare. In un contesto di tassi di interesse in aumento, se l’obbligazione viene tenuta fino a scadenza, l’investitore otterrà la restituzione del capitale iniziale più gli interessi e potrà reinvestire i proventi in titoli con un rendimento ancora superiore.
Insomma, le obbligazioni, essendo strutturate in maniera diversa rispetto alle azioni, possono ritagliarsi un ruolo importante nel portafoglio degli investitori nel 2023. D’altra parte, il reddito fisso è sempre una fonte di diversificazione. Chi investe sa bene che non è saggio mettere “tutte le proprie uova in un unico cesto”, altrimenti, in caso di incidenti, si potrebbe perdere tutto ciò che si è accantonato.

Scenario 2023 in breve

In sostanza, lo scenario 2023 rimane incerto, specialmente per le obbligazioni societarie. Tuttavia anche se dovessimo incorrere in un periodo di recessione, i dati delle fonti governative ad oggi disponibili mostrano che una recessione sarebbe di breve durata e che nella seconda parte del 2023 la situazione economico finanziaria dovrebbe essere più favorevole rispetto al momento attuale. In seconda battuta, dopo anni e anni di scarsi rendimenti e di tassi di interesse bassissimi, adesso si aprono nuove promettenti opportunità, con tassi di interesse in aumento per tutte le obbligazioni, sia per quelle governative che per quelle emesse da imprese, che promettono cedole molto più “ghiotte” rispetto al passato.